Mare
San Vito lo Capo
Nasce nel settecento alle falde del monte Monaco; conserva tracce dell'epoca paleolitica, mesolitica e neolitica nelle numerose cavità naturali, le quali un tempo remoto erano abitazioni. L'attuale Santuario è il nucleo generatore.
Monumenti
Santuario o Chiesa madre: è un'antica fortezza la quale nel corso dei secoli ha subito numerosi interventi edilizi. La prima costruzione fu realizzata intorno al trecento con una piccola cappella dedicata a S. Vito martire della persecuzione di Diocleziano nel 303 – 304.
Cappella di S. Crescenzia: essa fuggì da Mazara del Vallo via mare insieme a S. Vito e Modesto, approdarono a Capo Egitarso (oggi S. Vito lo Capo). Essi predicarono la parola di Dio ma non furono benevolmente accolti dalla popolazione del luogo e non appena questi lasciarono il centro abitato, l'ira di Dio si abbattè sul paese seppellendolo sotto una frana. Secondo la tradizione S. Crescenzia voltandosi a guardare la città che veniva sepolta, divenne pietra nello stesso punto dove oggi sorge la cappella e gli abitanti le attribuiscono poteri magici.
San Vito peregrinò attraverso la Sicilia e la Basilicata subendo il martirio il 15 giugno del 299.
Il Faro: è composto di un fabbricato bianco alto 40 metri e attivo dal 1859 con una portata di 25 miglia nautiche.
Tonnara del secco: la pesca con la tonnara fu introdotta dagli Arabi intorno all'anno mille e fu proseguita poi dagli spagnoli. La famiglia Florio arrivò a possedere decine di tonnare siciliane.
Aree naturali
Riserva dello zingaro: è un'area naturale protetta ed è uno dei pochissimi tratti di costa siciliana non contaminata dalla presenza di una strada litoranea. Il territorio ricade nel comune di S. Vito lo Capo e Castellammare del Golfo, si estende per sette km di costa e 1700 ettari di natura incontaminata.
La costa è formata da calcareniti e da rilievi calcarei del mesozoico di natura dolomitica con falesie, le quali da un'altezza di 913 del Monte Speziale, degradano ripidamente verso il mare intercalate da numerose calette.
La flora con paesaggio di foresta mediterranea, lecceti, felci, ciclamini, frammenti di sughereta. Attualmente più peculiare della riserva è la gariga a palma nana, mentre la prateria mediterranea costituisce l'aspetto dominante del paesaggio vegetale. Merita una segnalazione il rarissimo “limonio di Todaro”.
La fauna è composta dal Falco Pellegrino; una delle ultime dieci coppie dell'aquila del Bonelli; la poiana; il gheppio, i quali vi nidificano anche. Tra i mammiferi vi sono: conigli, volpe, donnola, istrice, topo quercino. Tra i rettili vi è la vipera, il biacco, il gongilo, il geco, il ramarro.
Il sentiero principale della riserva è il più battuto dai visitatori snodandosi per sette km. Collegando Scopello a S. Vito; percorribile in circa due ore solo andata e durante il percorso si può visitare il piccolo museo naturalistico e sostare alle calette di Punta Capreria composte da incantevole spiaggetta di ciottoli incastonate fra le rocce.
Il sentiero più panoramico ha un tragitto di circa nove km. Percorribile in circa cinque ore. Il sentiero alto è senza dubbio il più impegnativo con i suoi 18 km e percorribile oltre sette ore.
Inoltre vi è la spiaggia del bue marino che nel 2015 lega ambiente ha nominata spiaggia più bella d'Italia.
Grotta dell'Uzzo: è uno dei più importanti siti preistorici dell'intera Sicilia, all'interno del quale sono state rinvenute tracce di presenza umana risalente a 10.000 anni, mentre anteriori sono i resti di rinoceronti, leoni, mammuth; le pareti interne hanno rivelato quella che può essere definita una necropoli “ante litteram” realizzata negli ultimi millenni a noi più vicini.
E' un centro balneare con una spiaggia di sabbia dorata lunga 3 km. Con la riserva “dello zingaro”.
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