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Scafati

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Una citazione dell'Eneide identifica i “sarastra“ come abitanti dell'odierna Scafati, ma la ragione è da ricercarsi nel primo nucleo abitativo di Pompei fondato da gente osca dedite al commercio e già dai tempi della civiltà Osca correvano le imbarcazioni sul fiume. Aldilà di leggende e dicerie come accade alle località nate lungo un fiume, essa prese il nome di “Scaphatum“ nome vecchio del fiume che la cittadina porta fino al settecento, per poi prevalere il nome originario latino di “Scafati“ o meglio di ciò che resta di “vicus Scaphati” ( borgo del fiume Scafato).
Il terremoto del 62 d. C. e l'eruzione del Vesuvio del 79 turbarono una vita fondata sul lavoro e agiatezza e tutta la campagna del “Ager Nucerinus“ seguì la stessa sorte delle campagne Pompeiane. La valle continuò a gravitare con i bizantini e nel 601 fu occupata da Arechi duca di Benevento per passare poi sotto la dominazione longobarda. Fu un importante centro industriale tessile e dell'armeria sotto il Regno delle due Sicilie.
Occupa la parte più settentrionale della provincia di Salerno, alle pendici del Vesuvio ed è attraversata dal fiume Sarno che divide in due la cittadina; per questo motivo e poiché i palazzi del centro si affacciano pittorescamente sul fiume, un tempo era indicata come la “piccola Venezia“. Essa costituisce un unico agglomerato urbano col Pompei e Castellammare entrambe nella provincia di Napoli.

Monumenti
Chiesa di S. Maria delle Vergini: risale al sec. XV in stile rinascimentale; è la Chiesa più importante della città e la storia narra che la Madonna delle Vergini era destinata ad un paese diverso, ma la statua giunta al ponte si appesantì che i buoi non riuscirono a muoversi e così fu posta nella vicina Chiesa. L'interno è a tre navate con quella centrale riccamente affrescata. Il transetto è sormontato da una decoratissima cupola affrescata, presentandoci una scena del Paradiso con al centro la Trinità nella gloria dei Beati e degli Angeli.
La cupola è sorretta da quattro affreschi di diversi profeti; nelle ali della croce vi sono affreschi raffiguranti scene bibliche. Tra le tante pregiate opere custodite vi è un polittico risalente al 400 ed orna l'altare e raffigura scene della vita di Cristo. Anche il quadro raffigurante la Madonna del Rosario del cinquecento con papi, principi, re e guerrieri attribuito a Pompeo Landolfo è un'altra grande opera.
Seguono la “Madonna e le anime purganti” del 1759 di Fedele Fischetti, “la purificazione di Maria”, “l'adorazione dei pastori“, “la presentazione di Gesù al Tempio” risalenti al XV sec., mentre di Giuseppe Bonito sono i tondi dell'altare raffigurante l'Angelo custode e S. Michele Arcangelo; di autore ignoto è la Madonna del Carmelo.
La Madonna delle Vergini è una statua in legno policromo scolpita nel 1713 da ignoto; la statua raffigura la Vergine molto giovane con viso dolce, la quale accoglie sotto il manto due vergini una ricca coprendola poco ed una povera coprendola molto. Sono tanti i doni che il popolo di scafati ha donato alla sua patrona per le grazie da essa ricevute.
Un evento inspiegabile accadde nel 1906 con l'eruzione del Vesuvio e la colata lavica stava per investire la città, fu messa la statua davanti e questa si fermò e non solo, la cittadina fu risparmiata anche dall'eruzione di lapilli che nemmeno uno o cenere interessò la zona.
Santuario di Maria SS Incoronata dei Bagni: il Santuario precedentemente faceva parte del comune di Angri e passò a Scafati nel 1928 a compensazione dell'istituzione di Pompei come comune. La devozione alla S. Vergine dei Bagni nacque in seguito a guarigioni da malattie cutanee avvenute dopo un bagno in una fonte. La Chiesa presenta la facciata del settecento in stile tardo barocco con campanile; l'interno a tre navate coperto con volte a cupola.
Custodisce un Crocifisso ligneo – il dipinto della Madonna dei Bagni opera di Simone Villano e tele nella cupola con scene della fonte opera di Giancarlo Pignataro; il dipinto di maggiore importanza è quello della cupola ad opera di Rosanna Lancia pittrice romana. Negli intradossi dei quattro archi che reggono la cupola vi sono i profeti, mentre nei pennacchi figure allegoriche di virtù.
Chiesa Madonna delle Grazie: in stile rinascimentale con interno a navata unica e cappelle laterali; la statua è in legno policromo risalente intorno al 1700 da mano anonima. La navata centrale è decorata da altorilievi come l'interno della cupola e il presbiterio. Un furto sacrilego agli inizi del novecento ha privato la Chiesa di opere di pregevole fattura.
Chiesa di S. Francesco di Paola: del sec. XIX presenta una facciata riccamente decorata; l'interno a croce greca con affreschi al soffitto raffigurante scene di vita di S. Francesco ed una vetrata colorata. La statua in legno policromo del Santo è di autore anonimo ed è stata trasferita nella nuova Chiesa dedicata al Santo molto più grande, lasciando in questa piccola la venerazione del SS. Sacramento.
Chiesa di S. Pietro Apostolo: risalente al X/XI sec. sita nella frazione di S. Pietro Villaggio del comune di Scafati, il suo interno a navata unica è ricco di stucchi e decorazioni con soffitto affrescato.
Polverificio Borbonico: l'ex Real polverificio Borbonico è un'antica struttura dove veniva analizzata la polvere da sparo prima di passare nelle officine; esso risale al 1851 e presenta una struttura formata da imponente facciata con al suo interno la cappella di S. Barbara, oggi sconsacrata e usata come auditorium.
Palazzo Mayer: era l'antica casa della famiglia Mayer una delle più grandi famiglie tessili nella valle del Sarno; oggi è il municipio.
Villa comunale: o parco Wenner risalente al 1933, esso rappresenta non solo a livello locale un patrimonio botanico-ambientale unico sia per estensione 27.000 mq., sia per la bellezza e la rarità che ospita. La villa custodisce un esemplare di “jubaea spectabilis“ (denominazione scientifica della palma) che per dimensioni è il più grande d'Europa. L'area viene spesso utilizzata in estate per manifestazioni, danze e musiche.
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