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Durante il medioevo fu legata alla città di Lucca, ribellandosi pagò con la distruzione della città nel 1281. Riedificata dopo cinque anni, cadde poi sotto il dominio fiorentino.

Monumenti
Cattedrale: dedicata a S. Maria Assunta e risale al V secolo più volte ricostruita è ricordata per la prima volta come pieve battesimale nel 857, venne consacrata nel 1062 da papa Alessandro II che prima d'essere vescovo di Lucca fu pievano di Pescia. Risalgono al sec. XIII testimonianze come il paramento murario sul fianco sinistro, i resti dell'ambone riadattati a leggio e il campanile che si ritiene fosse un'antica torre della cerchia muraria, in parte modificata dall'inserimento di monofore, bifore e trifore del 1306. L'attuale cupolino che lo sovrasta è un'aggiunta del 1771.
Le forme attuali risalgono al 1684 quando su progetto di Antonio Maria Ferri, si ricostruì interamente la Chiesa in seguito al crollo della cupola avvenuto nel 1871. La facciata risale all'ottocento in stile neoclassico con l'inserimento del fastoso portale marmoreo, appoggiato al campanile gotico e suddivisa in due fasce sovrapposte da un cornicione sorretto da lesene e semi colonne corinzie. La fascia superiore presenta al centro un finestrone ad arco con balaustra ed è terminata dall'elaborato frontone.
L'interno con copertura a volta è caratterizzato da membrature in pietra, che spiccano sul color crema dell'intonaco; ai lati dell'ingresso si trovano due acquasantiere in marmo bianco del 1504. Nella prima cappella a destra si conserva sull'altare la Vergine e Santi di Luigi Norfini del 1852; nella cappella vicina è collocato un S. Carlo che comunica gli appestati di Pietro Donzelli XVII sec. Nelle nicchie due sculture in gesso: S. Giuseppe con il Bambino a destra e S. Girolamo a sinistra, attribuite a S. Sebastiano Piccini e Quirico Coli sec. XVII; la cappella Forti conserva un dipinto settecentesco: la natività della Vergine di Giuseppe Bottani.
La volta con affresco del sec. XIX è ornata con marmi; proseguendo troviamo la cappella Turini in stile rinascimentale, mentre l'altare del SS. Sacramento custodisce la tavola Madonna del Baldacchino di Pier Dandini, copia dell'originale di Raffaello, che qui era custodita fino al 1697 e che da allora entrò a far parte della collezione del granduca Ferdinando I dè Medici.
Sul pavimento della cappella si trova la scarna tomba di Mons. Angelo Simonetti vescovo di Pescia fino al 1950, mentre a lato si erge il mausoleo di Mons. Baldassarre Turini datario dei pontefici Leone X e Clemente VII ad opera di Raffaello da Montelupo. L'effige scultorea del Turini è opera di Pierino da Vinci nipote di Leonardo. L'altare maggiore seicentesco è opera di Giuseppe Vaccà e fu finanziato dal celebre cantante lirico Giovanni Francesco Grossi detto Siface.
La grande tavola posta al centro dell'abside raffigurante l'Assunzione della Vergine è di Luigi Garzi, sul lato sinistro della Chiesa è la cappella Cecchi dedicata a S. Lorenzo e decorata da una tela di Anton Domenico Gabbiani, a fianco la cappella del SS. Rosario custodisce una tela di Antonio Franchi. L'ultima cappella un tempo sede del battistero, oggi è dedicata a S. Allucio di Campugliano; sull'altare, all'interno del quale sono venerate le spoglie del Santo sin dal 1791, è visibile una tela di Romano Stefanelli del 1985 allievo di Pietro Annigoni.
Chiesa dei Santi Stefano e Niccolao: Ricordata dal 1068 modificata nel 1331 e rimaneggiata nel sec. XVII. L'interno a tre navate è caratterizzata da pilastri e lesene con capitelli corinzi in pietra grigia che risaltano sul bianco dell'intonaco. Sopra la navata maggiore sono collocate alcune vetrate moderne con busti di Santi; tra le opere custodite: un'Annunciazione in legno scolpito e dipinto della Madonna dell'Acquaino XV sec.; S. Michele e S. Sebastiano attribuiti ad Agostino Ciampelli; la liberazione di S. Pietro di Alessandro Tiarini del 1605; una Madonna col Bambino e Angeli tavola del XIV sec.; sull'altare maggiore un grande Crocifisso ligneo del XVIII sec. e dietro l'altare un pregevole coro ligneo.
Chiesa di S. Michele Arcangelo: è attestato dal 1104 un monastero con Chiesa annessa dal 1173; il complesso fu ampliato nel 1500 e nel 1785 il monastero venne trasformato in Conservatorio femminile, nel 1866 immobili e beni passarono al demanio statale. Oggi il monastero ospita il liceo Lorenzini, la pinacoteca e la parrocchia di S. Michele.
La Chiesa ha forme cinquecentesche con una facciata a capanna e portale ligneo del sec. XVII; l'interno a navata unica conserva l'Annunciazione attribuita a Santi di Tito XVI sec; il miracolo di S. Lorenzo e l'apparizione di Cristo alla Maddalena; riquadri affrescati da Domenico Barberini XVIII sec.; S. Benedetto e S. Michele Arcangelo che sconfigge il demonio di Alessandro Bardelli XVIII sec. Di particolare interesse è la scultura lignea raffigurante S. Michele e il drago di ignoto artista del sec. XV. Sull'antico coro monacale della Chiesa si trova una pregevole vetrata con S. Michele che uccide il drago attribuibile a un maestro Renano del XVI sec.
Monastero dove oggi si trova il liceo, locali della parrocchia e la pinacoteca che è ospitata in tre sale tra cui il refettorio dominato dall'ultima cena di Fioravante Sansoni; presenta opere dal XIV al XVIII sec., arredi e oggetti liturgici. Durante la visita si può chiedere l'accesso al coro sopraelevato delle monache con seggi lignei cinquecenteschi e dove si trova la grande tela di Brunetto Ippoliti risalente al 1604.
Chiesa di S. Maria Assunta: antecedente al 1785 quando fu eretta a parrocchia, esternamente si presenta con un semplice parato murario in pietra, che evidenzia le forme architettoniche ben visibili nei d'intorni, grazie alla posizione rialzata su di un piccolo poggio. A navata unica è dotata di una grande abside e di un campanile settecentesco.
Pieve dei S. Ansano e Tommaso: sita nella frazione di Castelvecchio del Comune di Pescia; documentata già nel 879 ed era il centro più importante della Valleriana, fu restaurata nel sec. XIX. La facciata è divisa in due ordini sovrapposti di arcate, aperta da una bifora e da due oculi gradonati; la parte terminale presenta tre absidi semicircolari decorate da archetti pensili.
L'interno è scandito da archeggiature a tutto sesto, da notare i capitelli decorativi con motivi astratti o rozze figurazioni antropomorfe e zoomorfe. La cripta si è ben conservata, isolato dalla Chiesa è il campanile a base quadrata e aperta da bifore.
Chiesa di S. Bartolomeo: sita nella frazione di Collodi del Comune di Pescia, risale al sec. XII e al suo interno custodisce una preziosa tavola raffigurante la Madonna in trono e Santi risalente al XVI sec.; una Vergine col Bambino in scultura policroma del XV sec.; e un venerato Crocifisso seicentesco di Santi Guglielmi. La statua lignea di S, Bartolomeo è attribuibile alla bottega di Jacopo della Quercia.
Chiesa dei S. Matteo e Colombano: sita nella frazione di Pietrabuona del Comune di Pescia, dedicata a S. Matteo e al S. missionario irlandese Colombano; sorse sui resti di un antico edificio fondato dai monaci Colombaniani di Bobbio (Piacenza), che allora dipendeva dal feudo monastico di Bobbio dall'Abbazia di S. Colombano fondata nel 614.
La Chiesa conserva due sculture quattrocentesche in legno dipinto raffigurante S. Michele Arcangelo e S. Colombano; i numerosi arredi liturgici che erano custoditi nell'edificio, tra cui una Croce in argento e smalti risalente al XV sec.; una Croce in rame del XIV sec., sono stati trasferiti nella curia di Pescia per ragioni di sicurezza.
Chiesa di S. Andrea e Lucia: sita nella frazione di Pontito del Comune di Pescia; documentata dal 980 si presenta con facciata a capanna in pietra e portale rinascimentale finemente scolpito. L'interno è diviso in tre navate da una serie di colonne con capitelli del sec. XV, ad eccezione di uno ornato con una testa umana sempre del XV sec.
La Chiesa conserva un fonte battesimale ad immersione decorato da cornucopie e rosoni del 1441, arricchito da un grande arco in pietra grigia e scolpito con motivi vegetali e i simbili degli Evangelisti. Davanti all'altare maggiore sono collocate due preziose sculture lignee raffiguranti S. Andrea e S. Lucia, affini alla produzione di Francesco di Valdambrino eseguite da ignoto artista nel primo decennio del quattrocento. Da segnalare un'adorazione dei pastori dipinto su tavola del XVI sec., eseguita da ignoti artisti Toscani della scuola di Sebastiano Vini.
Pieve di S. Quirico: sita nella frazione di Quirico del Comune di Pescia; si hanno notizie già nel 880 oggi appare alterata da edifici posteriori a ridosso; la sacrestia da un lato e l'Oratorio di S. Sebastiano dall'altro. Si presenta con facciata a capanna in conci di pietra squadrata e conserva all'interno numerose opere d'arte: un fonte battesimale esagonale ad immersione e un fonte battesimale a forma di sarcofago, che secondo la tradizione conteneva il corpo di S. Quirico che subì giovanissimo il martirio. Tra le opere pittoriche: la Trinità e Santi su tela attribuita a Pietro Ulivi XIX sec., gloria di Santi e i quattro Evangelisti in affresco di Bartolomeo Valiani del 1832.
Pieve di S. Martino e Sisto: sito nella frazione di Vellano del Comune di Pescia; documentata del 910 e totalmente trasformata da interventi settecenteschi. L'interno a tre navate con abside quadrangolare presenta colonne di ordine ionico, interamente decorato da fregi realizzati in stucco; la copertura a volta a botte delle navate nasconde alla vista la travatura lignea; interessante è un frammento di affresco trecentesco di scuola Giottesca, raffigurante il martirio di S. Sisto, mentre su di un altare laterale si trovano la Madonna e un Angelo di ambito robbiano.
Chiesa dei S. Quirico e Giulitta: sita nella frazione di Veneri del Comune di Pescia; la facciata è in classico barocco in pseudo Toscano rustico perché privo di intonaco e conserva un bellissimo portale. All'interno custodisce una preziosa tavola raffigurante la Madonna col Bambino del sec. XIV, la Vergine è inserita in una cornice tripartita in alto da tre archetti, mentre nella zona inferiore ad uso di predella è collocata una tavola rettangolare con motivo intagliato e dipinto, ai lati del quale sono collocate S. Chiara e S. Apollonio.
Chiesa di S. Francesco: risale al sec. XIII. Nell'ottobre del 1211 S. Francesco visitò la cittadina di Pescia e per tre giorni fu ospite del ricco conte mercante Venanzio degli Orlandi il quale fece dono al Santo di un Oratorio e una casupola; quando papa Gregorio IX innalzò S. Francesco alla gloria degli altari, il piccolo Oratorio fu ampliato dallo stesso conte Venanzio e molte famiglie nobili concorsero ad abbellire quello che oggi è il più celebre monumento della cittadina.
Iniziata nel 1241 venne trasformata nel 1718/20 per riacquistare le forme originarie tra il 1916/36; la facciata è ornata da un motivo di archetti pensili con figure zoomorfe. L'interno a navata unica coperta da capriate con ampio transetto in cui si aprono tre cappelle; di particolare interesse è la tavola con S. Francesco e storie della sua vita di Bonaventura Berlinghieri del 1235. L'arcone ogivale che separa il transetto dalla navata presenta affreschi trecenteschi e le medesime decorazioni sono riportate sopra le cappelle.

- Cappella Orlandi-Cardini del 1453/58 realizzata da Andrea Cavalcanti detto il Buggiano, figlio adottivo di Brunelleschi; la cappella si apre sulla navata con arco a tutto sesto, il Crocifisso posto sulla parete di fondo dell'ambito di Giuliano da Maiano, è incorniciato dagli affreschi di Neri di Bicci 1458; al centro della volta e nel fronte dell'arco esterno si vede lo stemma Cardini, con due cardi incrociati entro una corona.
- Cappella Immacolata Concezione risalente al sec. XVI e tra il 1564/77 fu rifatto l'altare della Madonna. Nel 1930 venne restaurata e convertita in cappella dei caduti. Sull'altare è posta una scultura lignea del sec. XV raffigurante la Madonna col Bambino ritenuta miracolosa, attorno alla statua si trova una tela seicentesca attribuita ad Alessandro Bardelli; sulla parete di destra si trova la Pietà di Cristofano Allori 1600/30 mentre a sinistra si trova la gloria degli Angeli 1624 sempre del Bardelli.
- Nel transetto a sinistra si trova l'altare della Barba con la tela del martirio di S. Dorotea di Jacopo Ligozzi 1595; della Santa si conserva una reliquia ottenuta da Pompeo della Barba archiatra (medico principale) di papa Pio IV. Sotto la mensa dell'altare si vede l'affresco cinquecentesco del Cristo morto opera di Ligozzi.

A fianco dell'altare vi sono alcune lastre tombali trecentesche e sono dei cavalieri della famiglia fiorentina degli Obizzi, esiliati a Pescia per le simpatie dimostrate verso Lucca. Sul lato opposto vi è l'altare Serponti del XVI sec., con la grande tela di S. Carlo Borromeo in preghiera opera di Rodomonte Pieri e Francesco Nardi 1642. Nella vicina sacrestia si conserva la Crocifissione ad affresco di Antonio Vite del trecento.

- Cappella S. Anna risale al trecento ed è coperta da volta a crociera e sull'altare vi è il trittico della Metterza tra i S. Simone, Taddeo, Lorenzo e Domenico opera di Nanni di Jacopo del quattrocento in stile gotico. Fu attribuito anche ad Angelo Puccinelli del 1335. Sulla parete sinistra si trova la deposizione del Passignano 1595; a destra il martirio di S. Bartolomeo di Giovanni Imbert 1760; sulla sinistra una piccola porta affaccia nella cappella Stiavelli con un S. Francesco settecentesco e una particolare veduta di Pescia.
- Cappella maggiore detta degli Obizzi restaurata negli anni 30 del novecento quando vennero trovati gli affreschi di Antonio Vite 1388, raffigurante gli Evangelisti negli spicchi della volta e frammenti di una strage degli innocenti e altre scene. La parete di destra mostra una tela del 1632: il miracolo della mula di Giovanni Martinelli e sul lato opposto una copia di un dipinto di Lorenzo Paisielli con il miracolo di S. Antonio da Padova del settecento.

La parete destra ospita anche una nicchia su cui venivano appoggiati oggetti liturgici, affrescata nel quattrocento con due novizi che reggono turiboli; sui pilastri esterni si trovano i Santi Benedetto e Antonio Abate a figura intera. Le vetrate a colori sono degli anni 30 del novecento.

- Cappella Nucci a destra dell'altare maggiore e presenta un ciclo di affreschi di Lorenzo di Bicci del quattrocento e sono dedicati alla vita di Maria; al centro sopra l'altare il frammentario transito dove si vede la Madonna nel “dormitio” e Gesù dietro di lei che ne tiene “l'animula” rappresentata come una bambina. Nelle vele della volta vi sono rappresentati gli Evangelisti, le storie sono completate dall'episodio dell'incoronazione posto al di fuori della cappella sopra l'arcone.

Palazzo del Vicario: risale al sec. XIII ed è l'attuale sede del Municipio Comunale con la torre campanaria.
Palazzo del Podestà: del sec. XII sede della gipsoteca (riproduzione in gesso, statue in bronzo, marmo, terracotta di Libero Andreotti.
Villa Sismondi: sede della biblioteca comunale.
Villa Garzoni: sita nella frazione di Collodi risale al sec. XVI, con storia pluricentenaria si inerpica sopra di una collina e sotto le case rustiche del paese, il complesso architettonico di Collodi e della villa, si è mantenuto inalterato nei secoli e permette ancora oggi di assaporare un'atmosfera di altri tempi. Il giardiniere del complesso era il padre di Carlo Lorenzini autore de “le avventure di Pinocchio”, mentre la madre svolgeva funzioni di cameriera.
La villa risale al 1633 mentre il giardino in dimensioni ridotte fu ampliato nel 1652 e dotato di terrazzamenti in stile giardino all'Italiana con scalinate, statue e fontane. Celebrato da poeti come Francesco Sbarra, il giardino e la villa ebbero ospiti illustri come gli arciduchi Ferdinando d'Austria e Anna dè Medici, poi Napoleone Bonaparte; all'inizio del settecento vi lavorò Filippo Juvarra. Nel 1793 il giardino venne dotato del sistema idraulico, che ancora oggi permette di ammirare i giochi d'acqua rendendolo ancora più spettacolare.
La villa è visitabile solo il primo piano e vi si accede da una scala in pietra circondata da affreschi illusionistici; al termine dello scalone inizia una lunga galleria decorata da stucchi e dipinti sulla quale si aprono varie stanze: la camera da letto della damigella (con baldacchino e drapperie in seta), la biblioteca in stile impero, la camera rossa o di Napoleone, la sala da pranzo (con arredi del settecento Francese e quadri del Caravaggio), il salone da ballo e altre salette e camere da letto.
Oltre il portico e il cortile d'entrata si trova la palazzina d'estate di colore rosso vivo, progettato da Filippo Juvarra che può considerarsi una delle più rilevanti espressioni di architettura barocca in Toscana. Il giardino è caratterizzato da effetti scenografici. Superato l'ingresso e le statue di Pan flautista e di Flora si apre un parterre variopinto di siepi di bosso in forme geometriche; nella prima parte sono poste due vasche circolari arricchite da ninfee e schizzi d'acqua; una statua di Diana e una di Apollo conducono all'interno delle aiuole, dove sono rappresentate le insegne della famiglia Garzoni. Tutto il parterre è delimitato da un'imponente siepe di bosso.
Al termine s'innalza maestosa una scalinata tripartita a doppia rampa decorata con mosaici colorati di ciottoli, a disegni geometrici e nicchie che ospitano statue di terracotta; un'imponente balaustra segue l'andamento di tutta la scalinata. Nel ninfeo sono poste le statue di Nettuno e di tritoni. Notevoli sono i giochi d'acqua con spruzzi e zampilli che creano un effetto particolarmente vivace; disseminate si trovano numerose statue in pietra e in terracotta, alcune delle quali riproducono i mestieri della vita di campagna.
Il secondo pianerottolo porta alla statua di Pomona, divinità protettrice del giardino e la parte opposta conduce a un teatro di verzura (teatri di verdi in cui le quinte e la scenografia e altri elementi sono interamente vegetali, il palcoscenico consisteva in un praticello rialzato) e arricchito da statue delle muse. L'asse centrale prosegue lungo una cascata a gradini, che culmina con una statua della Fama dalla cui cornucopia sgorga l'acqua, che prima di defluire nella cascata si getta in una vasca semi circolare, il tutto è innestato all'interno di un fitto bosco con percorsi di cui: uno raggiunge un boschetto di bambù e l'altro dopo aver attraversato un ponticello a forma di pergolato, con aperture ad occhi di bue, arriva ad un labirinto sormontato da una galleria ad archi di vegetazione.
Casa delle farfalle, dentro il parco della villa in una parte del giardino è stata costruita una struttura che somiglia a una serra, al suo interno vi sono farfalle svolazzanti vive e libere con clima interno prettamente equatoriale: umido e molto caldo ma lo spettacolo è molto suggestivo.
Parco di Pinocchio: sito nella frazione di Collodi del Comune di Pescia; qui Lorenzini Carlo (Collodi) trascorse la giovinezza e scrisse “le avventure di Pinocchio” traendone il suo pseudonimo. Il parco è concepito come parco tematico per l'educazione dell'infanzia, in cui si ha la sensazione di percorrere una fiaba vivente. All'ingresso si incontra la scultura di Emilio Greco di Pinocchio e la fata, segue una zona con un teatrino e una di ristoro. La piazzetta dei mosaici conserva i mosaici di Venturino Venturi; segue il villaggio di Pinocchio e le varie sculture (i Carabinieri, il gatto e la volpe e il serpente).
Altre Chiese, Oratori, i conventi di S. Ludovico a Colleviti e della Visitazione con annessa Chiesa di S. Giuliano, Palazzi, monumenti e fontane arricchiscono ancor più la già ricca cittadina.
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