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Monte Amiata

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E' un massiccio montuoso dell'Appennino Toscano posto tra la maremma, la Val d'Orcia e la Val di Chiana, la sua vetta raggiunge i 1740 metri s.l.m. E include anche una serie di cime. E' un antico vulcano ormai spento, le sorgenti che sgorgano costituiscono un imponente ricchezza idrica.
Nei suoi fianchi si trovano ricchissime miniere di mercurio; folti boschi ne ammantano le pendici e i paesi che vi sono sorti e sono diventate meravigliose mete turistiche per le vacanze in Toscana. Si raggiunge la cima da Abbadia S. Salvatore superando il rifugio Cantore a Pianello. Sul versante Grossetano vi sono i centri residenziali con attrezzature sportive di Prato delle Macinaie e di Prato della Contessa. Una strada panoramica consente di compiere il giro del Monte Amiata dalla cui cima si aprono sconfinati e fantastici orizzonti.
La quota 1257 metri viene spesso sfruttata da turisti per grigliate e ripararsi dal caldo estivo, la zona è sistemata con bracieri e tavoli, tutti all'ombra degli alberi; nel luogo sono presenti varie villette in roccia con finiture in legno classiche dei paesi montani.
A quota 1400 metri partono gli impianti di risalita per le piste del comprensorio sciistico Toscano, mentre durante il periodo estivo è il luogo ideale per godersi al meglio la tranquillità, la pace e l'aria salutare della montagna Toscana con il paesaggio che essa offre.
E' a quota 1650 nella località Pianello, fornita di ampio parcheggio e strutture ricettive che si può ammirare, nelle giornate limpide un magnifico e ineguagliabile panorama che comprende la visuale dei laghi Trasimeno e Bolsena, alcune isole dell'arcipelago Toscano, la maremma, le colline metallifere e del Chianti; in condizioni meteo favorevoli: anche Roma.
Sui suoi versanti si affaccia:
Castel del Piano: la cui prima testimonianza la troviamo in un documento dell'Abbazia di S. Salvatore dell'anno 890, nominato come Casale Plana e nel 1175 divenne Castrum Plani, rimase sotto il dominio di Siena fino al 1559 quando fu annesso al Granducato di Toscana.
Chiesa di S. Leonardo: sita nel centro storico, è ricordata dal 1188 e nel 1520 venne costruito il campanile; l'aspetto che oggi ammiriamo risale al 1915. Sulle pareti interne vi sono resti di affreschi e la pala d'altare di Francesco Nasini, raffigurante S. Girolamo.
Chiesa dei S. Niccolò e Lucia: ubicata nel centro storico, è ricordata dal 1216 e se ne hanno notizie nelle decime del 1302/03; l'edificio fu ampliato a più riprese tra il sec. XVI e XVII, nel 1703 fu aggiunta una cappella e tra il 1872/77 la costruzione del campanile.
Pieve di S. Lucia: sita nella frazione Montenero d'Orcia nel suo centro storico, citata nella bolla di papa Clemente III del 1188 e di papa Innocenzo III del 1198, come proprietà dell'Abbazia di S. Salvatore, al suo interno vi sono interessanti opere d'arte medievali.
Chiesa della Propositura: risale al sec. XV, il campanile è del 1829, le statue della facciata sono opera di Giuseppe Felli. Tra le opere conservate al suo interno: un dipinto di S. Cerbone del 1642 opera di Domenico Manetti, pitture di Giuseppe Nicola Nasini e una tela con la Vergine tra i Santi Niccolò e Michele di Francesco Nasini.
Altre Chiese minori, palazzi, fontane, mura medievali e monumenti arricchiscono la già ricca cittadina medievale.
Contea S. Fiora: insieme a quella di Sovana era uno dei due piccoli stati in cui furono suddevisi, nel 1274 i possedimenti degli Aldobrandeschi. Nel 1439 l'intera contea fu ereditata dagli Sforza in seguito al matrimonio tra Bosio I Sforza e Cecilia Aldobrandeschi; nel 1633 il feudo fu venduto a Ferdinando II dè Medici. Nel 1488 il conte Guido II sostenuto dalla consorte Francesca Farnese nella frazione Selva, fece costruire il convento e la Chiesa della SS. Trinità, dove poi vorrà essere sepolto, lasciando ai religiosi un sostanzioso lascito.
Convento e Chiesa della SS. Trinità: risale al sec. XI; nel 1488/89 venne realizzata una nuova Chiesa che inglobò la precedente e dopo aver vissuto gli ultimi anni della sua vita nel convento, vi fu sepolto nel 1508. La Chiesa attuale risale al 1762 quando venne rifatta demolendo le precedenti. Il campanile in pietra è visibile da lontano, mentre la facciata presenta un portico a cinque arcate, sovrastato da un finestrone dipinto; a sinistra si accede alla cappella S. Stefano, a destra al convento.
Al suo interno l'altare maggiore presenta un Crocifisso seicentesco con una grande corona sorretta da colonne, nella navata sinistra si trova la sepoltura di Guido Sforza con epitaffio e busto in bassorilievo; fra i dipinti una pala settecentesca raffigurante S: Pasquale Baylon in adorazione davanti all'Eucarestia e la tavola di Girolamo Benvenuto da Siena, raffigurante l'Assunzione della Vergine con i S. Girolamo, Tommaso e Francesco.
Nell'altare centrale della navata destra la pala di terracotta Robbiana raffigurante la Trinità e i confessionali lignei; dietro l'altare maggiore un interessante coro ligneo. Nella sala antistante la sagrestia è collocata la teca murata che contiene la parte superiore del teschio di un serpente che una leggenda narra: nel quattrocento, nel territorio viveva un presunto drago detto orrido serpente, (probabilmente un coccodrillo fuggito dalla peschiera di S. Fiora) che fu abbattuto dal conte Guido. Presso il convento è visibile una fonte detta: la fonte del papa che secondo la leggenda papa Pio II gravemente malato avrebbe bevuto da questa fonte e ne sarebbe miracolosamente guarito.
Palazzo Sforza – Cesarini: una delle principali strutture del centro storico, risale al 1575 nel luogo dove sorgeva l'antica rocca degli Aldobrandeschi, di cui della primitiva torre rimangono due torri addossate al palazzo. Oggi si presenta come imponente complesso costituito da una serie di corpi di fabbrica allineati e addossati tra loro: da una parte il Palazzo Sforza-Cesarini, dall'altra il Palazzo Pretorio nato da modificazione dell'antica rocca Aldobrandeschi. Il Palazzo Sforza-Cesarini è caratterizzato da strutture murarie in pietra con finestre rettangolari e una serie di porte al piano terra ad arco tondo, presentando lo stile cinquecentesco.
Oggi la maggior parte è occupata dal Municipio e da appartamenti privati. Al suo interno di pregevole interesse è lo stemma sforzesco originale in legno dorato, conservato nella sala del popolo e due cicli di affreschi seicenteschi. All'interno del palazzo, sono custoditi inoltre i “Palii delle contrade”, la campana civica risalente al sec. XVI e altre opere pittoriche.
Torre degli Aldobrandeschi: che insieme alla torre dell'orologio costituivano una parte dell'antica rocca Aldobrandeschi; si presenta a sezione quadrangolare molto imponente con strutture murarie in pietra, con finestre e feritoie usate per funzioni di difesa e offesa, la parte alta è priva di coronamento.
Torre dell'orologio: più bassa a sezione quadrata con alto e possente basamento a scarpa cordonato; sulla parete che guarda la piazza è collocato l'orologio che le conferisce la denominazione. Le strutture originarie in pietra hanno mantenuto pressoché intatto l'aspetto medievale.
La torre culmina con una prima merlatura poggiante su mensole sporgenti che racchiudono archetti ciechi, sopra la quale si eleva una piccola torretta centrale coronata da un'altra merlatura; all'estrema sommità è collocata una campana culminante con una Croce. Entrambe le merlature risalgono al restauro ottocentesco.
Dal 2002 il palazzo ospita: il Museo delle miniere di mercurio del Monte Amiata.

Museo
Si articola in sei sale arredate con minerali, oggetti, strumenti di lavoro e 22 pannelli che illustrano una serie di tematiche di carattere storico, tecnico, Antropologico, sociale legato al mondo delle miniere sul Monte Amiata.
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