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Di origini Umbro-Etrusche fu fiorente tra il VII e V sec. a. C. quindi entrò nella sfera di influenza romana. Nel 765 fu sede del ducato Longobardo, ma l'impaludamento del territorio e la malaria ne provocarono la decadenza: finì nell'orbita di Orvieto nel XII sec. e poi di Siena nel 1232; per breve tempo fu libero comune, successivamente dopo essere stata venduta a Siena nel 1556 entrò a far parte del ducato Fiorentino.

Monumenti
Duomo: risale al V sec. eretto sui resti di un'antica costruzione. Trasformato nel XII sec. La facciata è preceduta da un protiro dorico. L'interno a tre navate con pilastri quadrangolari, le pareti a intonaco dipinto e pavimento a mosaico del IV sec. Le tre navate sono divise da 18 colonne in marmo e travertino con capitelli in diversi stili.
Sulla terza colonna a sinistra è inciso il nome del vescovo Florentino permettendo di datare l'edificio al 558; al di sopra delle arcate si aprono otto grandi finestroni per parte. Parte della contro facciata e l'abside sono stati dipinti a finto mosaico in stile ravennate e romano. A sinistra e a destra della porta centrale due epigrafi del 731; una vasca monolitica in marmo forma il fonte battesimale sormontato dalla statua di S. Giovanni Battista.
Nella navata sinistra vi è la tomba di S. Mustiola, formata da un urna in pietra in cui nel 1474 vi furono posti i resti mortali della Santa insieme all'antica urna fittile, dopo che il corpo fu esumato dal sepolcro del V sec. Nel presbiterio si trova il coro ligneo intagliato del 1660, mentre nella cappella del SS. Sacramento vi è la pala di Bernardino Fungai del XV sec.
Museo diocesano: del 1932, custodisce reperti archeologici e opere d'arte provenienti dal territorio diocesano databili dal II al XX sec. Dal museo inizia la visita alla catacomba di S. Mustiola.
Labirinto di Porsenna: si tratta di una serie di cunicoli sotterranei etruschi del V sec. a. C. che in gran parte si snodano sotto il Duomo, collegati con la superficie attraverso pozzi (Porsenna era un re etrusco che tradizione letteraria vuole inumato in zona), il percorso conduce fino a una grande cisterna romana del I sec. a. C. e alla salita sulla torre campanaria del XII sec. alta 24 metri.
Chiesa S. Francesco: del 1212 sorta su una preesistente Chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo, che a sua volta fu fondata su di un Tempio etrusco, a navata unica con facciata in cotto e travertino divisa da tre arcate su colonne tortili che inquadrano il portale gotico. Sul lato destro si apre un altro portale duecentesco decorato a tortiglione, con l'architrave sorretto da mensolette intrecciati; l'interno ristrutturato nel seicento mostra affreschi frammentari di varie epoche. Un Crocifisso ligneo del XV sec. è posto su di un secondo altare a sinistra.
Chiesa S. Maria Novella: XI sec. mentre il campanile è posteriore trasformato allo stato attuale nel XVII sec. Nel 1621 vennero chiuse le navate laterali e in quella di sinistra fu ricavato un ambiente dell'attiguo ospedale vecchio, Dell'antica Chiesa romana, l'abside e il campanile già torre del sistema difensivo, attualmente si presenta con un semplice prospetto coronato da tetto a capanna.
L'interno a navata unica con due altari laterali e l'altare maggiore in stucco dipinto del sec. XVIII. Negli anni ottanta sotto la Chiesa furono rinvenuti resti di due abitazioni di epoca imperiale, con muri pseudo isodomi in grossi blocchi squadrati di travertino, sui quali era stata impostata la primitiva Chiesa alto medievale.
Chiesa S. Apollinare: ricostruita nel XVII sec. su quella del VI sec. Fu donata alla congregazione delle suore Pie venerine dalla famiglia Giulietti di Chiusi; al suo interno fino all'ultima guerra vi erano tracce di affreschi del XI sec. Attualmente la Chiesa si presenta con semplice prospetto in cotto, sormontato da timpano triangolare e tetto a capanna con piccolo campanile a vela.
Catacomba S. Caterina: insieme a quella di S. Mustiola è l'unica finora individuata in Toscana, di dimensioni ridotte rispetto all'altra, risale al II/III sec. composta da due ipogei pagani di più antica datazione, poi sfruttate anche dalle comunità paleocristiane fino al IV sec. Le tombe che si trovano sotto il pavimento sono a fossa, prende il nome da una cappella dedicata a S. Caterina delle Ruote che sorgeva vicino; vi si trovano numerose iscrizioni funerarie in pietra che rivelano l'origine sepolcrale pagana. Interessanti gli stipiti dell'antica porta in pietra, molto suggestivo è l'ambiente articolato in diverse parti: andito, oratorio, altare, arcosoli (sepolcro arcato) e ambulacri.
Chiesa S. Leopoldo: in località Dolciano di proprietà privata del XVIII sec., in stile neoclassico a pianta circolare con volta a cupola, sul prospetto principale si trova un portico costituito da sei colonne con capitello ionico, sormontato da un timpano arricchito da una cornice a dentelli. Sotto il portico la facciata presenta il portale architravato con fascia soprastante affrescata, al portico si accede da una breve scalinata. Anche l'interno è affrescato, nella fascia in alto vi sono vari stemmi tra cui quello della famiglia Bologna che possiede il complesso dal 1861.
Chiesa SS. Nome di Maria: nel 1586 dove sorgeva un tabernacolo con l'immagine della Madonna detta di Querce al Pino, fu costruita la Chiesa affidata ai Francescani e poi ai Gesuiti. Presenta il prospetto in cotto profilato in travertino, con portale in travertino e campanile a vela con due campane.
L'interno a navata unica conserva due altari nelle cappelle del transetto e all'altare maggiore un dipinto con la Madonna, S. Mustiola, S. Lorenzo e artri Santi. Gli affreschi nel transetto destro raffiguranti S. Francesco e S. Girolamo in preghiera e nelle lunette: l'Annunciazione e la Sacra famiglia sono del XVII sec.
Piscina etrusca: è situata sotto il campanile scavata nel tufo, sorretta da un pilastro centrale su cui poggiano volte a botte del I sec. a. C.
Museo Nazionale etrusco: allestito nell'edificio a sinistra del Duomo e raccoglie materiale etrusco e greco di grande importanza. Nell'atrio sei statue raffigurano i componenti della famiglia Allia I sec. a. C., seguono reperti Villanoviani: vasi, asce, urne cinerarie, canopi. Tra le sculture etrusche arcaiche si notano cippi decorati, quindi una raccolta di buccheri, vasi e anfore greche, terrecotte architettoniche, antefisse (pregevole quella a forma di testa femminile della collezione Paolozzi), urne cinerarie di età ellenistica. Interessanti i bronzi, le oreficerie, la sezione romana con lapide, urne, statue e la sezione Longobarda che comprende armi, ornamenti e croci.
Museo Archeologico Nazionale Chiusi: raccoglie reperti provenienti dagli scavi della zona in particolare antichissimi canopi (vasi cinerari a testa umana tipici del territorio).

Siti Archeologici
Tomba del Colle Casuccini: è una delle 20 tombe etrusche dipinte e situate vicino all'attuale cimitero. Presenta affreschi simili a quelli della tomba della scimmia (sita nella Necropoli di Poggio Renzo a 4 km. Risalente al 480/470 a. C. raffigura una scimmia dipinta sul fregio che orna la camera centrale della tomba) questa è a pianta articolata, sul dromos di accesso con tre ambienti che si aprono e due cellette per urne cinerarie.
Le pareti dell'atrio sono decorate da un fregio continuo con giochi funebri (atleta con pesi, pirrichista, crotalista, pugile, lottatori, corsa con bighe) e una scena di banchetto. Sulle pareti della camera di fondo sono rappresentate scene di danza (14 danzatori) tra cupigli di alloro. Questi temi sono legati al periodo del primo arcaismo VI sec. a. C.
Tomba Galeotti: a 5 km. In località Gragnano, databile II sec. a. C. come quella del Gran Duca sita nella Necropoli di Poggio Renzo, a una sola camera composta da blocchi in travertino murati a secco, una panca corre lungo il suo perimetro dove sono appoggiate sette urne cinerarie con i nomi dei defunti incisi sui coperchi, tutti della famiglia: Pulfna Peris. Deve il suo nome al vicino podere che fu proprietà della Reale Corona Granducale di Toscana.
Tomba dell'iscrizione: a due km. Sulla strada per il lago di Chiusi nella Necropoli di Poggio Renzo, non è aperta al pubblico e deve il suo nome all'iscrizione a grandi lettere posta su una nicchia scavata nella parete sinistra del vano di fondo, la scritta recita:” EIN THUN ARA ENAN” che potrebbe voler dire: “non fare o non mettere niente qui”. La tomba scavata interamente nell'arenaria è sormontata da un piccolo tumulo; un lungo dromos (corridoio a cielo aperto) trapezoidale conduce alle camere che sono disposte a croce attorno a un atrio centrale rettangolare.
Tomba del leone: a due km. Nella Necropoli di Poggio Renzo, era nota dal 1883 fu riscavata nel 1911 per riprodurne le pitture oggi invisibili; datata V sec. a. C. deve il suo nome all'affresco di due leonesse (o pantere) sul frontone d'ingresso, oggi scomparso. La pianta è a croce con tre camere aperte sull'atrio centrale e una dromos (corridoio a cielo aperto) d'ingresso, lungo le cui pareti si trovano tre nicchie e due piccoli vani rettangolari.
Sulla parete opposta all'ingresso della camera di fondo si apre uno stretto passaggio che conduce a un pozzo cilindrico, il quale sbuca sulla sommità della collina, forse usato durante lo scavo originario della tomba o forse dai predoni.
Tomba della Pania: sita alla periferia di Chiusi, databile VI sec. a. C., presenta apparato decorativo semplice mentre ricco era il corredo dei due defunti, uno inumato e l'altro incenerato; suppellettili in metallo, in bucchero, armi, paste vitree e la famosa pisside della Pania, un raffinato secchiello portagioielli istoriato in avorio, oggi conservato al Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
Pisside della Pania: è un'opera in avorio del VII sec. a. C. uno degli esemplari più importanti della lavorazione dell'avorio da parte degli etruschi, assieme ad altri due esemplari: uno da Chiusi e uno da Cerveteri. Si tratta di un cilindro cavo alto 22 cm. E decorato con fasce orizzontali separate da fasce minori con motivi vegetali scolpiti (palmette e fiori di loto variamente intrecciati) e due fasce medie ai bordi con fiori di loto dritti e rovesci.
La fascia superiore presenta due miti dell'Odissea, inframezzati da una sfinge: “la nave di Ulisse e Scilla” (che sembra un'idra) e “la fuga di Ulisse e i suoi compagni dall'antro di Polifemo”. La seconda fascia presenta la partenza e congedo del guerriero sul carro, seguito da opliti (soldato della fanteria pesante dell'antica grecia) che salutano le donne piangenti (con lunghe trecce e le braccia al petto); seguono un guerriero senza scudo in atto di danza funebre e un cavaliere. La terza fascia è decorata da belve e mostri legati a motivi orientali tra i quali si trovano un cavaliere e un centauro. Nell'ultima fascia ci sono altri animali vieti.
Tomba della pellegrina: a due km. Nella Necropoli di Poggio Renzo, risale al IV sec. si presenta con cinque sarcofagi e 12 urne in alabastro e travertino, composta da un lungo dromos d'ingresso, lungo il quale si aprono quattro nicchie e tre camere funerarie, nella camera centrale venne rinvenuta l'urna di Larth Sentinates Caesa (nome dei proprietari del podere) oggi al Museo Archeologico Nazionale di Chiusi.
Tomba del Poggio al Moro: costituita da tre camere, affreschi con scene di danza e giochi funebri, databili V sec. a. C. Nella I camera scene di giochi funerari e atletici: corsa dei carri, una danzatrice e un musicista con doppio flauto, due pugili, un giavellotto, atleta con halteres, due lottatori e un giudice, un orcio con olio, un discobolo, un atleta con due giavellotti nelle mani, un fanciullo con due vasi appesi a una corda, quattro atleti che corrono a piedi e un giudice che segna la linea di partenza, due atleti di cui uno sta per cadere che combattono su di un otre oleato, tre atleti acrobati che saltano, di cui uno si catapulta in aria, due pali che costituiscono gli elementi portanti dell'attrezzo, relativo al salto del cavallo.
Tumulo di Poggio Gaiella: tomba con camera a pilastro del V sec. a. C. ritenuto il sepolcro di re Porsenna che cinse d'assedio Roma nel 506 a. C., l'unico tumulo pervenutoci nonostante si abbia notizia di almeno otto tumuli ed è uno dei più grandi, per metà è frutto di riadattamento di rilievo naturale con la parte superiore con terra di riporto.
Tomba di stile Orientalizzante: sita nella Necropoli di Poggio Renzo, si tratta di una delle tombe più antiche, datata seicento a. C., per la tecnica di applicare il colore direttamente sulle pareti di tufo con incisione come preparazione. Oggi le pitture sono sparite, rappresentavano una serie di animali reali e fantastici: (leoni alati, Grifo, Pantera alata, sfingi, oca).
Tomba della tassinara: vicino alla catacomba di S. Mustiola, è una piccola camera con volta a botte scavata nella pietra arenaria, le pareti sono decorate da pitture applicate direttamente sulla roccia (non affreschi), all'ingresso sono pitturati due grandi scudi tra due festoni, mentre alle pareti raffigurano dei defunti col loro nome e festoni; il sarcofago di terracotta con modellata sul coperchio una figura maschile recante in mano il “rotolo del destino”. E' conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Chiusi.
Tomba Vigna grande: a un km. Databile II sec. a. C., si compone di un unica camera funeraria rettangolare con volta a botte. Al suo interno furono rinvenute otto urne tipo comune inscritte appartenenti alla famiglia: “Herini”.
Lago di Chiusi: ha una superficie di 3,90 kmq. Una profondità media di cinque metri ospita numerose specie di uccelli tra cui: la garzetta, l'airone rosso e dal 1999 il rarissimo “mignattaio”, poi il falco pescatore o cavaliere d'Italia, le acque sono infestate da numerosi gamberi rossi delle Louisiana e gambero Americano. E' un'area naturale protetta di 805 ettari; nella parte meridionale vi è una zona WWF di otto ettari.
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