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Subiaco

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Il primo insediamento risale al periodo romano quando Nerone ordinò lo sbarramento del corso dell'Aniene per creare tre laghi artificiali ( da cui l'antico nome Sublaqueum) e in quei pressi costruì una villa lussuosa di cui ancora sono visibili i resti; nel colle sovrastante le prime maestranze che vi lavoravano furono il primo nucleo di Subiaco.
Nel V sec. Benedetto da Norcia si ritirò in eremitaggio in una grotta non lontana dalla ormai abbandonata villa di Nerone: di nobile famiglia, dopo gli studi a Roma egli aveva iniziato la prima esperienza di vita monastica con alcuni discepoli. Perseguitato da un frate di nome Fiorenzo, S. Benedetto si rifugiò a Cassino nel 529 dove fondò l'Abbazia, scrisse la regola e dove morì nel 547, quaranta giorni dopo la sorella Scolastica votatasi anch'essa alla vira religiosa.
Nei pochi anni di permanenza a Subiaco S. Benedetto fondò per i suoi discepoli 12 monasteri che vennero distrutti dai saraceni, tranne uno: quello di S. Scolastica. Nel XV sec. il monastero fu sede della prima tipografia Italiana: manoscritti e volumi dell'epoca sono custoditi nella biblioteca. Epidemie, terremoti e contese portarono Subiaco alla decadenza; nel 1492 passò sotto il dominio dei Colonna; poi del Cardinale Scipione Borghese e infine dei Barberini.
La presenza nei d'intorni dei luoghi sacri a S. Benedetto ne ha fatto una meta di turismo artistico e religioso, mentre la vicinanza del Monte Livata ne ha fatto un importante centro turistico invernale.
Chiesa S. Francesco: annessa al convento omonimo, sorge alle porte della cittadina; al suo interno sugli altari lignei si trovano un dipinto di Giulio Romano raffigurante: nozze della Vergine e uno attribuibile a Sebastiano del Piombo con le stimmate di S. Francesco. L'altare maggiore è ornato da un bel trittico di Antoniazzo Romano del 1467, raffigurante: la Madonna col Bambino, S, Francesco e S. Antonio da Padova; un pregevole coro ligneo si trova nell'abside. Notevoli il Chiostro del convento dove si trova una colonna della villa di Nerone e il refettorio affrescato del XVII sec.
Cattedrale: stile neoclassica a croce latina costruita nel settecento da Pietro Camporese il vecchio, con due campanili opera di Carlo Colombi e cupola; fu ricostruita dopo la devastazione subita durante la seconda guerra mondiale; nella sagrestia si ammirano: una Madonna con Bambino attribuita a Guido Reni e un Salvatore di scuola Raffaellesca.
Rocca Abbaziale: XI sec. dai monaci Benedettini intenzionati a difendersi sia dalla riottosa popolazione che rifiutava la sudditanza al monastero, sia ad incutere timore. Con il passare dei secoli divenne sede dei Cardinali ai quali spettava la commenda.
L'edificio è piuttosto massiccio: all'interno vi è l'appartamento dei Colonna con salone per i banchetti affrescato, l'appartamento Braschi con numerose stanze affrescate, il salone del trono dove sono raffigurate scene del vecchio Testamento e la camera di Pio VI; interessanti la torre Borgiana e la torre dell'orologio.
Monastero S. Scolastica: è l'unico monastero rimasto dei 12 che S. Benedetto fondò. Esso si sviluppa intorno a tre chiostri: il primo del 1580 rinascimentale a giardino; il secondo gotico con un grande arco Flamboyant del XV sec., documenta la presenza nel monastero di monaci Spagnoli e Tedeschi; sotto il portico sono allineati alcuni reperti provenienti dalla villa di Nerone; il terzo chiostro è il più bello e vi si accede da un portale gotico, ha pianta rettangolare ed è circondato da un elegante portico opera dei Cosma XIII sec.
L'origine gotica della Chiesa di S. Scolastica sorta sull'oratorio costruito nel VI sec. da S. Benedetto, è visibile soprattutto nella facciata in parte coperta dal bellissimo campanile romanico a trifore 1053, dal portale e dagli affreschi; l'interno ha subito cinque rifacimenti: l'ultimo del 1769 opera di Giacomo Quarenghi.
Monastero di S. Benedetto: o Sacro speco. Più che un vero e proprio monastero è un complesso di due Chiese sovrapposte, sorto sulla grotta abitata dal Santo e da varie cappelle scavate nella roccia; appare abbarbicato alla montagna sorretto com'è da un muraglione ad arcate. Vi si arriva dopo una lunga scalinata attraverso il sacro bosco di lecci.
Dopo un arco gotico e un corridoio che si affaccia sullo strapiombo, si entra nella sala del capitolo con affreschi degli allievi del Perugino, quindi nella Chiesa superiore del XIV sec. composta da due parti: l'anteriore è a due campate con affreschi di scuola Senese XIV sec. e Umbra XV sec.; la parte posteriore è scavata nella roccia e vi si accede attraverso tre archi sorretti da colonne già parte della villa Neroniana. Le due cappelle e la sagrestia prossime all'altare maggiore, conservano pregevoli affreschi di Ottavio Nelli e Vincenzo Manenti, due polittici trecenteschi e una Madonna della bottega del Pinturicchio.
La Chiesa Inferiore: è formata da un suggestivo susseguirsi di cappelle scavate nella roccia e unita da rampe di scala; è tutta affrescata in gran parte almeno dal magister Consolus XIII sec. di scuola romana. Nella parete destra della Chiesa principale è l'ingresso al Sacro speco: la grotta dove il Santo visse il suo triennale eremitaggio, vi è presente una statua seicentesca del Santo ad opera di Antonio Raggi; proseguendo si giunge alla cappella di S. Gregorio Magno preceduta da un atrio, che conserva tra l'altro un bel dipinto duecentesco con S. Francesco.
La scala Santa: è costruita sul sentiero che S. Benedetto percorreva solitamente, unisce il Sacro speco con la grotta dei pastori e la cappella della Madonna situate più in basso. Nella grotta dove S. Benedetto predicava ai pastori della zona, si trova un affresco dell'VIII sec. raffigurante la Madonna con due Santi, il più antico dei dipinti che affrescano il Sacro speco.

Escursioni
Monte Livata: (14 km) è un centro di sport invernale, altezza di 1430 metri e dotato di sciovie, trampolini per il salto, piste, alberghi, ristoranti; dal Monte Autore 1855 metri si gode un magnifico panorama.
Jenne: (12 km) è un noto centro di villeggiatura in cui si erge un castello XI sec. e una Chiesa dedicata a S. Maria nascente, rimaneggiata nel XVI sec.

Aree Naturali
Parco Naturale dell'Appennino – Monti Simbruini: area naturale protetta con le cime dei Monti che superano i 2100 metri. Per la fauna è presente tra l'altro: il lupo appenninico, orso bruno marsicano dal vicino Abruzzo, volpe, cinghiale, capriolo, aquila reale, falco pellegrino, l'astore, sparviero, civetta, barbagianni, vipera, ricci, istrici e nel fiume Aniene dalle limpide acque: la trota, il gambero di fiume, tritoni.
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