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Lugo

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Già abitata in epoca romana dalla tribù pollia. Si formò prima del mille con un piccolo nucleo di case intorno alla Chiesa di S. Ilario e successivamente con un secondo nucleo di case attorno alla rocca. Dopo alterne vicende fu sottoposta agli estensi, mentre dal XIV sec. al 1598 passò alla Chiesa.

Monumenti
Rocca estense: esempio di architettura fortificata eretta su di una precedente fortezza, l'aspetto attuale è quello del cinquecento; al settecento risale il giardino pensile e la sostituzione del bastione ad est con l'attuale porticato, mentre il torrione denominato “mastio di Uguccione della Faggiola” il quale nel 1297 era il signore di Lugo, ha mantenuto l'aspetto originale.
Attualmente la rocca ospita gli uffici dell'Amministrazione comunale, la quale fino al 1859 fu sede del governatore pontificio e poi passata al Regno d'Italia. In una delle sale di rappresentanza vi è custodito un ritratto di Gioacchino Rossini che fu consigliere comunale per alcuni anni.
CURIOSITA': sulle pareti esterne della rocca cresce una rara e particolare varietà di pianta di “capperi“ la quale nell'ottocento rientrava fra le entrate del bilancio comunale; ora vengono raccolti e conservati in salamoia per essere offerti in dono agli ospiti e alle delegazioni ufficiali in visita alla cittadina.
Pavaglione: è un quadri-portico di circa 100 metri di lato coprendo un'area di un ettaro; la sua prima costruzione avvenne con lo smantellamento delle fortificazioni circostanti la rocca nel 1570 e voluto dal duca Alfonso II d'Este, per favorire la fiera annuale e mercato settimanale. La prima loggia venne eretta per dar ricovero alle milizie e riparo ai mercanti del mercato settimanale e ancora oggi ospitano numerose attività commerciali.
Nel 1895 sul lato est è stato posto un orologio meccanico perfettamente funzionante; tra il 1910 e il 1937 al centro del piazzale è stato posto un monumento in onore di Mazzini e Garibaldi, mentre nel 1917 nel porticato di ponente sono state apposte due lapidi di marmo in memoria di Cesare Battisti e Guglielmo Oberdan.
Teatro: è il più antico teatro comunale dell'Emilia – Romagna tra quelli tuttora esistenti; venne inaugurato nel 1761 e nel 1813 vi si esibì Niccolò Paganini; nel 1849 Giuseppe Mazzini vi tenne un discorso come deputato di Lugo All'assemblea Costituente della Repubblica Romana; nel 1859 venne intitolato a Gioacchino Rossini (vivente) e già di fama mondiale; il 19 novembre del 1876 a seguito delle elezioni politiche del 5/12 Giosuè Carducci tenne un discorso di ringraziamento per essere stato eletto nel collegio di Lugo; Nel 1902 Arturo Toscanini già celebre direttore della Scala di Milano dirige l'Aida di Giuseppe Verdi.
Palazzo Trisi: risale al XVIII sec.; il palazzo ospitò il collegio Trisi poiché Fabrizio Trisi aveva devoluto parte del suo patrimonio alla fondazione di un collegio ad esse intitolato e allo scopo di mantenere dieci giovani meritevoli ed entrò in attività nel 1674 e spostato nel 1760 nel nuovo palazzo. Il collegio era dotato di una biblioteca giuridica aperta al pubblico, la quale costituì il primo nucleo dell'attuale biblioteca civica.
Biblioteca Trisi: sita nel palazzo Trisi con una raccolta avviata nel 1674 comprendente testi giuridici; oggi il suo patrimonio è di circa 170.000 volumi. Nel 2001 il comune ha acquisito il “Fondo Pratella” il quale accorpa oltre 2000 unità tra documenti, libri e immagini
Villa Malerbi: residenza di campagna della famiglia Malerbi tra cui i musicisti Giuseppe e Luigi fondatori di una delle prime scuole della Romagna e avendo fra gli allievi: Gioacchino Rossini. Oggi è sede della scuola di musica “Malerbi“.
Casa-museo Gioacchino Rossini: abitato per lungo tempo dalla famiglia Rossini, al suo interno custodisce documenti che attestano il legame del compositore con la città. E' sede di esposizioni di arti figurative.
Monumento a Francesco Baracca: realizzato nel 1936 in onore dell'eroe della prima guerra mondiale e nativo di Lugo; l'opera è dello scultore Domenico Rambelli di Faenza con base in cemento armato e rivestito di travertino, al fianco della statua in bronzo del pilota si erge un'ala alta 27 metri.
Museo: Francesco Baracca – aviatore lughese della I guerra mondiale – il museo è sito nella sua casa natale ed ospita due aeroplani d'epoca: “G91-Y” e lo “Spad VII” aereo del 1917 sul quale il Baracca conseguì una delle sue 34 vittorie; sul fianco della fusoliera appare il suo stemma personale “il cavallino rampante“ il quale è stato adottato da Enzo Ferrari ed è noto in tutto il mondo. Inoltre espone circa 300 pezzi tra cimeli e documenti.
Dopo un restauro e consolidamento antisismico il 23 maggio 2015 è stato riaperto con una novità la presenza di un simulatore di volo collegato ad un modello digitale del terreno ad alta risoluzione. Il programma è dotato di una modalità interattiva e consente all'utente di prendere posto all'interno della carlinga, azionare i comandi e partire per un volo per una qualsiasi destinazione del mondo.
Porta S. Bartolomeo: è ignota la data di costruzione e deve il suo nome al vicino oratorio dedicato a S. Bartolomeo.
Cimitero Ebraico: il ghetto venne costruito nel 1639 accogliendo nel ducato estensi profughi provenienti dalla Spagna, il cimitero attuale risale al 1877; con la fondazione del Regno d'Italia e la parificazione degli ebrei ai cittadini dello stato Italiano, molti furono attratti dallo stile di vita delle grandi città emigrando verso Bologna e altri centri.
Palazzo Drei: palazzo dell'alta borghesia della ricca famiglia Foschini composta dall'unica figlia Romea e in seguito passato al medico condotto di Lugo Giulio Drei, che dopo la sua morte il palazzo andò in rovina e fu venduto allo stilista Angelo Cairoli.
Collegiata dei Santi Francesco e Ilario: risale al 1233/38 in essa vi furono sepolti i conti Barbiano vicari apostolici di Lugo. Nel 1471 fu inserita entro le mura cittadine e fu aggiunto il chiostro, il quale dopo la rocca è il monumento più antico, il pozzo al centro risale al quattrocento ed è un monolito in pietra d'Istria. Nel 1760 fu demolita e ricostruita, agli inizi del 1800 venne dotata di fonte battesimale e papa Leone XII la eresse a Chiesa parrocchiale; in essa è venerata anche l'immagine della Madonna del Rosario e tra le opere, custodisce uno dei dipinti più pregevoli: la tela di Giacomo Zampa, il quale raffigura l'incontro tra S. Antonio da Padova ed Ezzelino da Romano.
Chiesa di S. Giacomo maggiore: sita nel rione Brozzi ed era già esistente nel 1218, è la Chiesa più antica di Lugo; nell'anno 1300 fu la prima Chiesa lughese ad ottenere un battistero e nel 1390 venne ricostruita nel sito attuale. Fu danneggiata nel secondo conflitto mondiale e riaperta al culto dopo il restauro il 23 dicembre 1956. Al suo interno è custodita una statua che ritrae la Madonna Addolorata del XVII sec.
Chiesa di S. Francesco di Paola: sita nel rione Cento e fondata nel XIII sec.; nel 1390 divenne sede parrocchiale, fu rinominata “S. Maria del Trivio e S. Ilario” arricchendosi di altre reliquie del Santo. Al suo interno è custodito un pregevole “Compianto sul Cristo morto” in terracotta policroma del XVI sec.
Chiesa del Carmine: fondata come Chiesa del convento dei Padri Carmelitani nel 1480; è il tempio in cui si venera S. Ilario e nel 1526 vi furono collocate le reliquie e il busto argenteo del Santo, mentre nel seicento venne realizzato il chiostro. Al suo interno custodisce dipinti ad opera di Guiduccio da Imola, tra cui una pregevole Madonna del Carmine del 1481; una statua in legno della Val Gardena raffigurante la Vergine e due organi di epoca barocca ancora funzionanti: un grande strumento del 1799 di Gaetano Callido ed un altro del Galli sul quale si esercitò anche il giovane Gioacchino Rossini.
Chiesa di S. Maria delle Grazie: sita nel rione Ghetto risalente al 1612 a navata unica con volta a botte. Al suo interno custodisce un dipinto intitolato alla Beata Vergine delle Grazie datato 1512; fu realizzato da un soldato francese pochi giorni prima di combattere la sanguinosa battaglia di Ravenna. Raffigura la Madonna con in braccio il bambino ed è molto venerata dai lughesi.
Chiesa di S. Onofrio: nacque come oratorio nel 1679 e per secoli è stato uno degli ospedali cittadini; venne sconsacrata nel 1910 e dal 1992 è proprietà dell'Azienda sanitaria locale, dal 2012 la Chiesa può essere utilizzata come sede di mostre e incontri culturali. Al suo interno custodisce grandi ovali ad opera di Ignaz Stern discepolo di Cignani, il quale raffigurò la vita del Santo a cui è dedicata.
Dello stesso autore troviamo dipinti anche nella Chiesa del Suffragio risalente al 1720.
Chiesa dell'Ascensione: risale al 1534 ed è sita poco distante dal paese, ha dato il nome al piccolo centro abitato sorto nei dintorni in bella costruzione e al suo interno custodisce affreschi del cinquecento di artisti ferraresi.
Oratorio Passogatto: risale ai primi anni del 1700 pregevole esempio di architettura barocca, a croce greca e quattro cappelle ornate da grandi conchiglie; al suo interno custodisce una pala d'altare del seicento e una nicchia entro la quale vi è l'immagine della Vergine.
Area d'interesse: nel 1982 è stato individuato un insediamento neolitico, i reperti ceramici e litici hanno permesso di stabilire l'insediamento al Neolitico Antico (precisamente alla cultura di Fiorano) ad oggi 2017 non è ancora visitabile.
Aree naturali: sono il parco del loto e il canale dei mulini di Castel Bolognese nelle cittadine di Lugo e Fusignano. Dal 2011 fanno parte di un'area di Riequilibrio Ecologico la quale si estende nei detti comuni per 71 ettari.
Parco del Loto: precedentemente sfruttato come cava di argilla vi è stato ricavato uno specchio d'acqua che ospita numerose specie di fiori di loto e ninfee; è ubicato a ridosso del centro storico della cittadina, esso ha una superficie di 77.252 mq con una vegetazione di ben 202 specie e diverse specie di uccelli tra cui: il cardellino, l'usignolo di fiume, il pendolino europeo, la folaga, la gallinella ecc.
Canale dei molini di Castel Bolognese: la storica via d'acqua è stata una fonte di approvvigionamento per i mulini risalente al 1389 lunga 38 km; alle porte della città nel punto di attraversamento di via Villa, si trova “il ponte delle lavandaie“ risalente al seicento e ancora in buono stato, con i gradoni si cui sedevano le lavandaie per lavare e sciacquare i panni.
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